Author

Alessandra Chiappori

Sono una giornalista, mi occupo di uffici stampa per la cultura e l'ambiente, di comunicazione e social media. Ho un dottorato in semiotica: va da sé che ho una spiccata curiosità per tutto ciò che ha a che fare con i testi e i loro meccanismi. Amo il mare, leggo tantissimo e adoro scrivere: A contrainte è il mio sito, ci trovate recensioni di libri e racconti di quel che mi circonda!

Curioso parlare di scrittura à contrainte, intrigante leggere dell’Oulipo, sfizioso conoscere vincoli formali e idee degli scrittori e intellettuali che usavano questo modo di costringersi per liberare creatività ormai decenni orsono. Ma esiste ancora qualcuno che scrive à contrainte? Su un sito che si chiama così, davvero non potevo prima o poi soffermarsi su AcroBatiCa, di Ezio Sinigaglia, pubblicato nel 2024 da Déclic. Un libro à contrainte Che cos’è questo libro? Prima di tutto, è un libro à contrainte: perché sì, esistono ancora i coraggiosi autori che ingaggiano danze acrobatiche – è il caso di dirlo – con la lingua e le sue gabbie formali, e Sinigaglia è tra questi. Più prosaicamente, inizierei col definire questo libro una raccolta di racconti: sono tre, ognuno si autoimpone una contraint, ognuno di destreggia in salti linguistici e soluzioni varie e composite su una storia. Tutte e tre le storie sono accomunate da…

Apparentemente infinito, asettico, futuristico forse, con il suono attutito dei tappeti meccanici, la forma di un tunnel che scava dentro la roccia. Procedo verso i binari e mi dico: chissà cosa ne avrebbe pensato Calvino, di questo corridoio che dalla stazione di Sanremo porta ai treni. Oltre la linea gialla è tutto buio, risuona metallica la voce di trenitalia, dietro scorre la radio: c’è un pezzo di Burt Bacharach mentre scrivo questi appunti. Sono appena uscita dal Cinema Centrale dove questa settimana proiettano “Italo Calvino nelle città”, il film-documentario di Marco Belpoliti e Davide Ferrario (ne avevo scritto sul Secolo XIX) dedicato al rapporto tra lo scrittore e le città reali e fantastiche che ha abitato e immaginato. Il percorso dal cinema a qui, a piedi, le strade gremite di gente, gli abbaglianti neon colorati dell’Ariston, il brusio della città e la sua frenesia automobilistica hanno cullato le bellissime sensazioni…

La prima volta in cui ho sentito parlare di Il sorpasso, articolo inedito di Italo Calvino, ero alla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma ed era l’ottobre del 2023, il mese del compleanno di Calvino, quello del centenario. A parlarne fu il direttore della Biblioteca, Stefano Campagnolo, in occasione della mostra Lo sguardo dell’archeologo, Calvino mai visto. La storia era quella di un’appassionata e appassionante ricerca sul mercato antiquario che aveva fruttato una sorpresa, cioè le pagine dattilografate di un inedito. Oltre a conservare, dopo gli accordi con Giovanna Calvino, i libri di Italo e il fondo familiare che era nella casa di Roma della famiglia, la Biblioteca di Roma si occupa infatti di ampliare il fondo dedicato a Calvino, ricercando testi e documenti tra bibliofili, o meglio dire antiquari. Già questa storia era bastata ad affascinarmi: possibile che esistessero ancora inediti di Calvino? Che esistano, che siano da qualche parte?…

L’edizione è numerata, la carta di pregio, il disegno di copertina essenziale eppure già così comunicativo. Cercavo “I giorni del mare” di Pierre Adrian, pubblicato da Atlantide, da tanto, e ho avuto la fortuna di trovarlo usato, anche perché l’editore distribuisce solo attraverso librerie specializzate e non sarebbe stato così facile leggere questo che è un libro meraviglioso e che mi ha saputo parlare come pochi altri di una sensazione sfuggente e sempre, però, chiarissima. Questo è un romanzo sulla nostalgia delle vacanze estive e dell’infanzia, ed è anche per questo motivo che l’ho letto a giugno eppure ne scrivo sul blog ad agosto. In un giorno particolare: il 16 agosto è il giorno dopo il giro di boa del Ferragosto. Le vacanze si avviano al termine, viene buio prima e l’estate dichiara senza più scuse la sua corsa verso la fine. E tutti, o la stragrande maggioranza di noi,…

La prima immagine che mi viene in mente quando penso a un groviglio, è la massa di fili che tirai fuori con aria afflitta dalla macchina da cucire quando avevo 12 anni. Il corso di taglio e cucito, capii presto, non faceva per me: quel groviglio di fili colorati, oltre ad aver fatto infuriare la docente, mi appariva come una massa di nodi, di cose attorcigliate che nessuno mai sarebbe riuscito a districare. Danilo Zagaria, al contrario, si cimenta nell’operazione. Il suo “Il groviglio verde” (Add, 2024) non è altro che un tentativo di districare i fili e mettere un po’ d’ordine, ben consapevoli che il groviglio resterà tale, e che, anzi, è proprio la sua natura di groviglio a renderlo tale, e prezioso per noi. Il groviglio verde altro non sono che le foreste, i boschi, gli alberi, la massa vegetale dotata di radici, tronchi e chiome che abita…

Sul frontespizio della mia copia di “Quante cose ci ha rubato la guerra” c’è scritto, in azzurro, “Per Alessandra, raccogli tutte le memorie che puoi, serviranno!”. È la dedica che mi ha regalato l’autrice, la mia prima, e per ora unica, intervistata sulle pagine nazionali di un quotidiano. Perché Manuela Barban l’ho portata sul Secolo XIX all’ultimo Salone del libro, e quando abbiamo chiacchierato, sedute nell’oasi di tranquillità dello stand del suo editore, Las Vegas, il suo romanzo ancora non era uscito nelle librerie, circolava in anteprima, e non potevo materialmente averlo letto: non avrei avuto il tempo. È dura parlare di una cosa che non sai, e dunque cui avevo scelto la forma dell’intervista, per dare spazio alle parole dell’autrice che questa storia la conosce benissimo. Non tanto perché l’ha scritta, ma perché è una storia vera e riguarda i suoi nonni.  Insomma che, sentendone parlare, avevo capito che…

Da qualche giorno esiste nell’indefinito spazio dell’online una risorsa gigantesca e preziosissima per tutti coloro che abbiano mai studiato (e che studieranno in futuro) Italo Calvino. BIBLIC-Bibliografia Italo Calvino è una bibliografia online. Non una qualunque: è la bibliografia attualmente più aggiornata e completa al mondo sull’autore. È stata presentata all’Università Sapienza di Roma dal gruppo di lavoro del Laboratorio Calvino (centro di ricerca coordinato da Laura Di Nicola) e ne parlo qui perché, come ho già scritto più volte durante il centenario di Calvino a proposito delle tantissime uscite e ri-edizioni critiche e non solo, se avessi avuto questi strumenti mentre scrivevo la tesi di dottorato, probabilmente sarebbe uscito un lavoro diverso. Ma tant’è: durante la presentazione è stato ribadito più volte che questo immenso lavoro non è solo, naturalmente, un punto di arrivo, bensì una ripartenza, un caldo invito a quanti, tesisti e critici, ma non solo (io,…

Qualche giorno fa mi è arrivata Boomer, la newsletter che Michele Serra scrive per Il Post. Era dedicata a un tema spinoso: “come si parla con i complottisti?” ed era figlia di una precedente newsletter dal titolo “Manca la terra sotto i piedi” dedicata, in buona sostanza, al medesimo argomento. La prendo da qui, e parto da lontano, perché leggendo entrambe ho avuto, insieme a Serra, l’evidenza lampante che siamo davanti a un problema profondo, al quale spesso non sappiamo come reagire: la gente crede alle fake news, la gente si radicalizza su negazionismi vari e compositi. La gente, però, sta intorno a noi, spesso vicinissimo. Come si fa? Serra chiude con un interrogativo che lancia ai lettori, e che ho fatto spesso mio: “Davvero non si può e peggio non si deve fare niente, perché ogni parola […] non può che peggiorare la […] situazione? E fino a che…

Patirò dalla fine: perché alla fine di Scrivere, correggere, riscrivere. Il dattiloscritto di Se una notte d’inverno un viaggiatore di Ada D’Agostino, da poco uscito per Carocci, c’è Dall’opaco. L’autore sottinteso è, naturalmente, Italo Calvino. Dall’opaco, riassumendo per i nuovi lettori di queste lande del web, è il testo per me più affascinante di Calvino: una “prosa descrittiva” che riassume, in sintesi, lo sguardo dell’autore di sé, il proprio mestiere e il proprio mondo. Si trova nella raccolta La strada di San Giovanni, e nell’ultimo paragrafo dell’ultima pagina di Scrivere, correggere, riscrivere. Arrivare alla conclusione del libro è stato, per me, come inseguire una caccia al tesoro conscia dei tanti indizi che avevo trovato, e capitolo dopo capitolo mettere insieme i pezzi di un quadro completo. E alla fine, con un sorriso beato rivolto alla pagine, dire: oh, sì, la mia tesi arrivava proprio qui! Ada D’Agostino, autrice del libro,…

C’è forse una data migliore del 29 febbraio per parlare di una vacanza che è stata quasi non registrata, e di uno dei suoi luoghi più suggestivi? Il Convento dei frati Cappuccini di Monterosso al mare appare di tanto in tanto, più che nei ricordi, nella mia consapevolezza. Un anno e mezzo fa sono stata alle Cinque Terre, da sola. Avrei voluto andare al mare per stare qualche giorno in pace, nel relax totale. Era la fine di un settembre caldo, uscivo da una stagione lavorativa intensa e da una strada di ripensamenti, ansie, desideri disattesi e amarezza. Niente lasciava immaginare che avrei trovato quattro giorni di mareggiata intensa, tanto da dover rinunciare alla spiaggia e a qualsiasi uscita in barca. Non restava che cavarsela ugualmente, da soli. Volevo andare al mare per rilassarmi e non pensare a niente, e invece no. Non ho mai tirato fuori asciugamano e occhialini:…