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Italo Calvino

Torno sul tema dell’isola per legarlo a qualche riflessione e lettura dedicata a Italo Calvino. Ho iniziato questo percorso nella tappa numero uno di un viaggio per l’arcipelago calviniano che è nato dalla suggestione visiva del progetto Atlante Calvino, di cui ha raccontato più volte il Corriere della sera. Nella precedente puntata – come direbbero in tv – mi ero soffermata su un racconto tratto da Gli amori difficili per indagare, con la scusa dell’isola del sud descritta, il rapporto dello scrittore con la realtà percepita e quella riportata sulla carta. Un tema cardine di tutta la poetica di Calvino, quello tra mondo scritto e mondo non scritto. A un certo punto di quel racconto, l’Avventura di un poeta, il protagonista veniva come soffocato, annebbiato da un groviglio oscuro di parole e parole, una sorta di foresta intricata che si ramificava come una cortina a impedirgli di descrivere la realtà…

Quest’estate La Lettura del Corriere ha ripreso la pubblicazione di una serie di approfondimenti a tema Calvino. Si tratta, più nello specifico, di articoli che accompagnano la presentazione di una serie di visualizzazioni grafiche parte del più ampio progetto Atlante Calvino, portato avanti dall’Università di Ginevra e dal Politecnico di Milano. Due titoli che affiancavano alcune di queste visualizzazioni mi hanno colpito perché cercavano, forse volutamente o forse no, chi lo sa, di mettere in relazione il concetto di isola e di arcipelago con la produzione letteraria di Calvino e forse in qualche modo anche con qualche sua idea di poetica. Il primo  risale al 28 dicembre 2018, data in cui la prima visualizzazione fu pubblicata (me lo ricordo bene, ero raggiante sotto l’albero di Natale col giornale aperto!) ed era Italo Calvino, l’arcipelago dei nomi, il secondo torna a ripescare in quel campo semantico insulare, ed era infatti Arcipelago…

Olimpiadi strane, quelle di questo 2021: anno dispari con un logo olimpico che descrive un anno pari: l’anno della pandemia. Olimpiadi strane anche perché, nonostante il loro potere simbolico e il per ora ricchissimo medagliere italiano che riempie di orgoglio anche chi, come me, non segue e non sa nulla di sport, la loro narrazione è come sospesa in un’estate fatta di pandemia, green pass, vacanze e dubbi. Olimpiadi lontane, queste di Tokio 2020 che si svolgono nel 2021, con le solite polemiche su come sono descritti gli atleti, grande tifoseria, felicità e storie di coraggio e riscatto. Tra i narratori di pregio delle Olimpiadi c’è, inaspettatamente, un giovane Italo Calvino, ventinovenne aspirante giornalista alle prese con la cronaca dei giochi come inviato dell’Unità a Helsinki. Correva l’anno 1952: quasi 70 anni fa. Cercando informazioni in rete su questo episodio della vita di quello che sarebbe poi diventato uno dei…